Zucchero sceglie la cabina

"No, no, non ti preoccupare.. è una sacca leggerissima, posso farcela da sola. Piuttosto vedi se riesci ad aprire questa dannata porta, ho una maledizione sulle porte, è sicuro."

Prissy abbassò la mano sulla maniglie a spinse, anziché tirare come si ostinava a fare Zucchero. La porta si aprì immediatamente.

La cabina era bellissima, Zucchero aveva sempre immaginato che le stanze delle navi fossero dei bugigattoli bui e dall'odore stantio, invece la stanza in cui si trovava aveva un'atmosfera incantevole ed era curata in ogni dettaglio.
Aveva scelto qualche cabina più in là rispetto a quella dove si era sistemata Ayvlys ché non sapeva ancora dove fossero Ero e Korea, ma immaginava che quest'ultimo si sarebbe certamente accomodato accanto alla sua amata. Oh, beh, sempre che la scelta non fosse dettata dalla cabina con lo specchio più grande, chiaro.
Lanciò la sacca in un angolo e lanciò se stessa sul letto respirando il profumo della biancheria pulita.

"Posso fare ancora qualcosa per Voi?"

La vocina di Prissy la fece trasalire.


"Uh, accidenti, mi hai fatto prendere un colpo! Sai una cosa ci sarebbe, se Alv.. Ayvlys non ha bisogno di te. Potremmo andare a cercare dei panini."

Prissy alzò un sopracciglio - Zucchero pensò che i domestici finivano con l'assomigliare ai propri padroni - "Avete fame Madamigella Candito?"

"Madamigella che?? Vabbè lascia stare, no macché fame, io mi perdo sempre e Alvin ha avuto un'idea geniale: se semino delle briciole di pane non mi perderò!"

Prissy annuì non molto convinta, e insieme cominciarono l'esplorazione.

La ricerca dei panini non era stata un successo, anzi. Aveva desistito immediatamente, senza neanche cominciare, rendendosi conto che da sola non sarebbe mai riuscita a tovare la strada per le cucine (c'era sì anche Prissy, ma aveva l'abitudine di ubbidire senza prendere mai l'iniziativa, quindi alla prima svolta, interrogata su che direzione prendere, si era stretta nelle spalle: "Come preferite Voi madonna" e Zucchero, capito l'andazzo, era tornata a ritroso nella sua cabina e si era decisa, infine, a schiacciare un pisolino.

Toc toc.

"Vieni mio bel piratone, sono qui che ti aspetto!"

Un istante dopo aver detto quelle parole suggerite dal sogno considerevolmente inadatto ad esser qui raccontato, in quell'istante di tardiva comprensione che di sogno si trattava, Zucchero spalancò gli occhi e si tappò la bocca con le mani.
Chi poteva essere? Sicuramente non il bel piratone, e quindi Zucchero si augurò che, chiunque ci fosse dietro la porta, non avesse sentito i suoi deliri.

Corse ad aprire canticchiando una canzone inesistente sui pirati.

La porta si aprì lentamente.
"Z..Zucca, sei tu..?" chiese timorosamente Ayv. Appena vide spuntare dalla fessura un ciuffo di capelli rossi, spalancò la porta senza tanti complimenti.
Si gettò dentro la cabina e chiuse la porta sbattendola.

"Ossanti angeli del cielo! Sei tu, menomale! Non sai che è successo!" e mentre la travolgeva con le parole, badava bene di tenere ben serrata la porta appoggiandovi la schiena.
"Appena sei andata via con Prissy, sono rimasta nella mia cabina a disfare i bagagli. Dopo un po' però volevo chiederti se avessi fame, però mi sono accorta di non sapere quale cabina avevi scelto.
Allora mi sono messa a bussare una ad una tutte le porte delle cabine, ovviamente pensando di trovarle o vuote o con Korea o Ero o, tuttal'più, Diego.
Ebbene!!!"
Si girò a sbirciare dal buco della serratura, poi si rimise ben ritta a fissarla.
"Alle prime cabine non aprì nessuno, ma alla terza...!!! Mi aprì un gigante di uomo tutto baffi e con un asciugamano attorno alla vita!
Gli dissi che non era lui che cercavo ma....ho avuto l'impressione mi stesse seguendo!"

"Zucca, Zucca...non so chi fosse, non sono certo restata a chiederglielo o a presentarmi. Non l'ho visto nemmeno molto bene....ecco sì, il pappagallo sulla spalla non ce l'aveva, di questo sono sicura.
Di anelli all'orecchio o bende sull'occhio, non me ne sono francamente accorta...non l'ho guardano sinceramente in faccia, se non per vedere di sfuggita che aveva due mustacchi grandi grandi...
So solo che si è avvicinato a me e io, non avendo con me la spada, accidentaccio, ho pensato di bussare a tutte le altre porte sperando di beccare la tua e ripararmi qui.

Insomma! Scusa se pensavo fossi la mia ancora di salvataggio! Probabilemente sì, era pure il tuo piratone" le disse sbuffando.
"Se è così, allora esco e mi avrai sulla coscienza.
Addio!" e allungò la mano verso la maniglia della porta.

"No no no non andare! Scusa, hai ragione, ho detto delle cose stupide ma ti chiedo scusa, stavo facendo un sogno stranissimo e mi sono svegliata di soprassalto.. Dai scusami Alvin, hai fatto bene a venire qui, non uscire!"

Ayvlys lasciò la maniglia.

"Sai che facciamo? Ora troviamo la mia spada e usciamo, ma tutte e due, armate, e insieme. Ché sola e disarmata non te ne puoi mica andare in giro, se quello è un matto omicida. E pure se dovesse essere il mio piratone, meglio che ci sia anch'io eh? Sì, sì, sapevo che avresti fatto quella faccia col sopracciglio alzato."

Zucchero aprì la sacca e la svuotò sul pavimento. Trovata la spada, la impugnò e si avvicinò alla porta. Si strinse all'amica e attese un suo cenno.

"Va bene, Zucca, hai il mio perdono" annuì Ayv ancora spaventata sia per l'incontro sia per la furiosa litigata con l'amica.

Si tirò dunque indietro lasciando la maniglia e restò ad ascoltare l'amica ritrovata. Mentre ella le elencava il piano d'attacco, annuiva convinta.
Ecco, ora rimarcherà che è il suo piratone di già....
"...se dovesse essere il mio piratone, meglio che ci sia anch'io eh?"
Ecchellallì.

La osservò poi vuotare la saccoccina e ritrovare la spada nel mucchio fuoriuscito.
Misero tutte e quattro le mani sull'elsa e quatte quatte aprirono l'uscio. Una testa sbirciò a destra, una a sinistra, sul lungo corridoio. Uscirono lentamente.
Ayv bisbigliò
"Da che parte andiamo? Veniva da quella ma potrebbe essere tornato indietro, o aver proseguito da quell'altra..."

Tzè tzè..io..le visioni! Ma quando mai???

Avanzarono di qualche metro.
"Zucca! Quello è il mio piede!" guaì il più silenziosamente possibile Ayv cercando di recuperare l'arto inferiore pressato dall'ingombrante amica "Fatti un po' più in là..".

Andarono quindi...di qua, fino al rumore della porta aperta. Le si raggerò il sangue nelle vene. Ancora pochi secondi e avrebbero visto la persona che usciva dalla porta!
Erano pronte? Le pupille di Zucca si erano dilatate.
Forse no, dopotutto.

Con un gesto repentino Ayv allungò una mano ad abbassare la prima maniglia che le capitò a tiro, tirando la porta verso di loro, cosicchè essa facesse loro da scudo.
"Zucca, dai un'occhiata sul corridoio..." le sussurrò Ayv dandole una spintarella.

No, ora, guardatele. Guardatele lì, le veterane di guerra, le combattenti. A nascondersi dietro una porta come fosse uno scudo (e menomale che ad aprirla era stata Ayvlys, Zucchero non ci sarebbe mai riuscita) brandendo la spada contro chissà che terribile minaccia nelle cabine di una nave.


Zucchero sbirciò oltre la porta. Nessuno. Ma un fascio di luce inondava il corridoio, e il quel fascio di luce un'ombra si stagliava mostruosa sul muro.

Brandendo la spada come una forsennata e gridando "Ti ammazzo!!!!" Zucchero si lanciò sull'ombra trascinando l'amica con sé.

Una miriade di panini si levò dalle braccia di Prissy e piovve impietosa sul demenziale trio riunito.

"Mmmmamamamama..ma.."

La lama della spada a una spanna dalla testa della povera cameriera dagli occhi strabuzzati come quelli dei pesci morti nelle reti dei pescatori. Ayvlys, ancora con quel briciolo di padronanza di sé che mancava a Zucchero, aveva fermato le mani dell'amica.

Cadde a terra Zucchero, interdetta, fra i panini.

Diede una pacca sulla testa della povera e terrorizzata Prissy, e prese una pagnotta dal pavimento.

"Mamma mia, che spavento. Siamo quasi morte di paura, Prissy! Eh sì, anche tu, lo vedo. Che ci facevi là dentro?"

"Io.. io.." rispose balbettando, "ho trovato la dispensa.. i panini.. le briciole.. mi avevate detto.."

Le due amiche scoppiarono a ridere (Prissy no) e tirarono un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.

"Brava Prissy, brava!"

"Beh", continuò Zucchero addentanto un panino, "rimane sempre il gigante baffuto, che non sei sicuramente tu, cara Prissy. Ora ne va del nostro onore, dobbiamo assolutamente scovarlo. Beh, in realtà ne va solo dell'onore di Alvin, quindi a te la scelta.."

Si rimise in piedi determinata a proseguire la caccia se così voleva Ayvlys.

Ma prima che potesse rispondere, continuò:


"Di' un po', prima, quando ti ho pestato il piede.. hai detto che sono ingombrante?"

Ayvlys scosse la testa vigorosamente.

"Ma l'hai pensato!" sibilò Zucchero puntandole un dito al naso, "Io li capto, i brutti pensieri, li capto! Tu l'hai pensato!"

"Ma no! Ma ti pare che di te pensi che sei ingombrante o che tu mi abbia schiacciato il mignolino del piede appoggiandoci sopra tutto il tuo peso? Ma scherzi?" le fece Ayv vagamente offesa....o forse fingendo di esserlo per tagliar corto il discorso e cambiare argomento.

"Ehm..ecco..sì, proseguamo nella caccia" si rimise in posizione curva brandendo la spada.
"Però aspetta".
Prese un altro panino e se lo mise tra i denti, un altro nella cintura. Guardò Zucchero "Herendhina" bofonchiò con il prezioso bene in bocca.

"Handhiamo! Hucca, Hissy, hate hietro di he!"

L'improbabile trio avanzava a passo lento e circospetto. Dopo qualche metro, Zucchero si fermò di colpo facendo barcollare Ayvlys davanti a lei e Prissy subito dietro. Ayvlys inghiottì rumorosamente l'ultimo boccone del panino.

"Le briciole! Mannaggia Prissy, per poco non ti ammazzavo e pure per niente! Tie', prendi un panino e lascia cadere delle briciole dietro di te. Così se ci perdiamo sapremo sempre tornare indietro."

Prissy agguantò il panino e prese a sbriciolarlo, poco convinta ma fermamente decisa ad ubbidire alle richieste (anche quando non venivano dai suoi diretti superiori).

Il lungo corridoio si diramava infine a destra e a sinistra. Indecise sul da farsi, scelsero una direzione a caso. Dopo qualche metro, una nuova diramazione. Angoli, svolte, sembrava un labirinto.
Arrivarono infine ad un ballatoio dove finiva il loro percorso: le ultime cabine e in fondo un locale che sembrava una piccola stanza da bagno.


Con uno sguardo d'intesa si voltarono per tornare sui loro passi, ma dopo poco si bloccarono inorridite: le briciole di pane sparivano dietro l'ultimo angolo.

"Uff Zucca, l'avresti detto da fuori che sta nave aveva cinque corridoi e dieci diramazioni?" brontolava Ayv tentando di camminare allo stesso ritmo delle due per non inciampare.

"Ecco! Ti pareva. Vicolo cieco...cioè quel matto omicida ci è sempre stato alle spalle?!" esclamò inorridita voltandosi.

"Zucca, ti propongo, andiamo nella tua cabina e chiudiamoci dentro tutte e tre fino a quando sbarchiamo".

Le briciole però erano sparite...
"Prissy....? Non dovevi lasciarti la scia dietro?". La ragazza iniziò a piagnucolare.
"Te le sei magnate??? Zucca...andremo a tentativi eheheh, oppure ci dividiamo".

Ayv annuì intensamente, tanto da procurarsi un principio di torcicollo.
"Va bene, Zucca. Appena torniamo a casa ti propongo Maggiore dell'esercito direttamente e senza passare dal via".

Proseguirono quindi lemme lemme lungo il corridoio. L'ondulìo del mare le spostava prima addosso alla parete di legno, poi addosso alle porte delle cabine, suscitando ogni volta brontolii e mormorii:
Ahi...il mio piede..sempre quello.
Aho...la mia mano..quell'altra stavolta.
Ahu...il mio naso...l'unico che ho.
Aha...ahhahahaa che due che siete!

"Uh! Maggiore Candito! Guarda laggiù! Un fascio di luce! Le scale!!!"
"Acceleriamo il passo, fanciulle!" esultò Ayv allungano il passo e tentando di tirarsi dietro le due lumacone.

Luce! Finalmente all'aperto.
Tirarono un sospirone di sollievo: la brutta avventura era finita. Si sorrisero e Ayv scompigliò amorevolmente i capelli di Prissy.

"Laggiù! C'è Ero!" esclamò poi Ayv indicando con un dito una figura girata verso il mare, gomiti appoggiati al bordo della nave. "Corriamogli incontro!".

E zompettando felici, le tre saltellarono allegramente in direzione dell'uomo voltato "Huhhù! Ehi!".
Apochi passi Ayv rallentò e bisbigliò...."Zucca, ma ti ricordi mica che Ero fosse così grosso e ben piazzato?"

Ayv restò cementificata a osservare il colosso di uomo.

"Do..domando scusa, buonuomo..." farfugliò mentre il molosso si allontanava.

Allungò poi la mano verso Zucca, l'acciuffò per una manica e la tirò a sè, non distogliendo lo sguardo dall'omone voltato.
Con l'altra mano acchiappò il colletto della camicina stirata e inamidata di Prissy.
"Z..Zucca...Prissy...quanto è successo in questo giorno su questa nave non lo dovrà mai venire a sapere nessuno".
Passò gli occhi prima su una poi sull'altra.
"Giuratemelo!"

Stese poi la mano al centro delle tre invitando le altre a fare lo stesso per suggellare il sacro patto.

Ayv attese che Zucca appoggiasse saldamente la mano sulla sua. Poi attese che lo stesso facesse Prissy.

Nel mentre, il venticello marinaresco scompigliava loro i capelli e una musica solenne, di provenienza non ben specificata, pareva presenziare a quell'istante di pura sacralità.

"Giurate voi che quanto accaduto su codesta nave, incidenti, pettegolezzi, pessime figure, sbriciolamenti, ammonizioni, nessuno oltre noi tre (e speriamo pure il matto omicida che poi mi sa non è nè matto nè omicida) verrà mai a saperlo?

Al tre leviamo tutte la mano e diciamo o flic o floc. Quella di noi che dirà il termine differente dalle altre, sarà quella che ci tradirà". In quel mentre, dal cielo sereno e pullulante di gabbiani, si scatenò un fulmine che illuminò gli occhi di Ayv.
Poi passò.

"Uno
Due
Tre

Floc!"

"Fli.." (mannaggia nononono Alvin dice floc dice floc dice FLOC!)

Zucchero guardò Prissy, le sue labbra disegnavano inequivocabilmente una O. A quanto pareva, l'unica a labbra strette era lei.
Spiò gli occhi di Ayvlys, non la stava guardando.
Corresse il tiro ed emise una O tonante.
Lo sguardo di Prissy era piantato nel suo.
Ridusse gli occhi a due mezzelune minacciose inviando alla cameriera le immagini di tutti i modi possibili e oltremodo spiacevoli con cui l'avrebbe ridotta a brandelli se avesse osato fiatare.

Floc. Ho detto floc.

Gli altri due floc le arrivarono ben chiari nelle cavità auricolari. Fece un sospiro liberatorio.

Abbracciò Prissy, l'efficiente cameriera, certo, talvolta pedante ma sempre efficiente.
Guardò poi Zucca, la cara Zucca.

Abbracciò anch'ella.
"Sai..." le sussurrò "Potevo avere dei dubbi su Prissy e sul suo floc...ma su di te! Ah su di te mai! Ero tanto sicura del tuo floc, il suo sincero e fedele floc. Penso che siamo nate per questo momento...per dirci floc.
Non credi?"